16 luglio 2010

I migliori romanzi di fantascienza dal 1990 (fino a qualche anno fa)

Nei commenti del post precedente ci si chiedeva quali siano stati i romanzi più significativi tra quelli pubblicati nel genere fantascienza negli ultimi vent'anni.
Quella che segue è la mia personalissima top ten dei volumi editi dal 1990 in poi. Le regole sono semplici: dieci titoli, un titolo per autore, esclusivamente romanzi (e quindi niente antologie, racconti e/o romanzi brevi), solo fantascienza.
Ovviamente questa classifica risponde unicamente ai miei gusti, non ha alcuna pretesa di oggettività ed è valida qui e ora, che se me la chiedeste tra un mese sarebbe probabilmente diversa.

Stilando la classifica mi sono reso conto che per quanto io mi possa considerare un lettore forte, mi mancano un sacco di romanzi probabilmente fondamentali nella definizione della fantascienza attuale. Certo, posso sempre dare la colpa al fatto che in Italia sono dieci anni che in libreria non arriva (quasi) nulla di nuovo, e che leggere in originale mi è comunque più dispendioso (se non in termini economici, almeno dal punto di vista del tempo speso e dello sforzo fatto). Ma conta poco, i buchi rimarranno tali.
Quindi, se secondo voi nella lista che segue manca questo o quel titolo che avrebbe avuto tutti i numeri per entrare in classifica, segnalatemelo, che magari è la volta buona.

Ma bando agli indugi, ecco i titoli:

- Iain M. Banks, Use of Weapons (La guerra di Zakalwe), 1990
Che Iain M. Banks entrasse in questa classifica era scontato. Il dubbio semmai era con quale titolo. Ho scelto Use of Weapons perché è forse il meno divertente tra i suoi romanzi, ma di certo il più intenso, profondo ed emozionante.

- Greg Egan, Distress (Distress), 1995
Greg Egan avrebbe potuto da solo riempire mezza classifica. Ho scelto Distress per l'impegno civile e l'ottimismo di cui è farcito, oltre che per essere uno dei pochissimi tentativi di immaginare il prossimo futuro senza lasciarsi travolgere dalla disperazione ne tanto meno da un acritico entusiasmo.

- Neal Stephenson, The Diamond Age (L'era del diamante), 1995
Si era detto fantascienza e solo fantascienza. Quindi, anche se il Cryptonomicon rimane il romanzo più memorabile scritto da Neal Stephenson, l'era del diamante è la scelta obbligata. Questo romanzo rappresenta tuttora un'esperienza di lettura straordinaria per la complessità, la creatività e la meraviglia di cui sono fitte le sue pagine.

- Ian McDonald, Necroville (Necroville), 1994
Anche per Ian McDonald ho avuto l'imbarazzo della scelta. Probabilmente River of Gods o Brasyl sono romanzi migliori di Necroville. Ma è stata questa storia di non-morti e passione che mi ha fatto conoscere McDonald, e Necroville è tuttora il romanzo dell'era post-cyberpunk più eccitante che io ricordi.

- Mary Gentle, Ash - A Secret History (Ash - Una storia segreta 1-4), 1999
Ash è un esempio formidabile di come si possano coniugare scenari cari al fantasy più trito a contenuti meravigliosamente fantascientifici, con un approccio capace di accontentare sia chi cerca una lettura piena di sorprese, sia chi apprezza qualche riflessione non banale sulla realtà. E poi c'è Ash: come fai a dimenticarti una fanciulla come lei?

- Charles Stross, Accelerando (Accelerando), 2005
Charlie Stross è la voce più interessante della fantascienza degli ultimi anni. Forse Accelerando non è un capolavoro. Ma ci va decisamente vicino.

- Lois McMaster Bujold, A Civil Campain (Guerra di strategie), 1999
Non potevo non inserire la Bujold in questa classifica. Lo so, la sua è una fantascienza classica, scritta senza troppe concessioni allo stile o alla bellezza della lingua. Ma la saga di MIles Vorkosigan mi ha tenuto buona compagnia per molti anni e tra tutti i volumi che compongono il ciclo Lois McMaster Bujold almeno un capolavoro lo ha scritto: Guerra di strategie è la miglior commedia fantascientifica mi sia mai capitato di leggere. E se non siete d'accordo vi auguro un'invasione di scaraburre in salotto!

- Ayerdhal & Jean-Claude Dunyach, Étoiles mourantes (Stelle morenti), 1999
Stelle morenti è strepitoso per l'ambizione e la vastità dello scenario. Il romanzo del duo francese Ayerdhal & Dunyach riesce ad unire le più ardite speculazioni sociologiche con una trama densa di azione e meraviglie. Sarà anche debitore a più blasonati modelli britannici, ma Stelle Morenti è comunque space opera della miglior specie.

- Mikael Niemi, Svålhålet (Il manifesto dei cosmonisti), 2004
- Jonathan Lethem, Amnesia Moon (Amnesia Moon), 1995
Per gli ultimi due titoli di questa lista ho scelto due romanzi che con la fantascienza tradizionalmente edita nel nostro paese hanno poco a che fare. Non sono usciti per editori specializzati e godono di una qualità di scrittura superiore a quella usualmente riscontrabile all'interno del genere. Già questo mi sembra un ottimo motivo per inserirli in questa top-ten, ma qui non si tratta solo di stile e bella scrittura. Le storie di Niemi e Lethem, pur totalmente antitetiche per sensibilità e ambientazione, sono colme di quel senso di meraviglia, di scoperta e di inquietudine che da sempre associo alla miglior fantascienza.


Per concludere un cenno ai grandi assenti.
Ci sono autori che mi piacerebbe riuscire a inserire in qualunque classifica, ma per un motivo o per l'altro sono assenti. Penso a William Gibson che manca perché è difficile definire fantascienza il suo miglior romanzo post-Nuromante, o a Ted Chiang che ha scritto il più straordinario racconto degli ultimi vent'anni (mi riferisco a Storia della tua vita), ma che è, appunto, solo un racconto.
Altri autori che non sono entrati in classifica, ma che potrebbe benissimo rientrare nel novero dei migliori, sono Richard K. Morgan o Jon Courtenay Grimwood (e poi chissà quanti altri di cui non ho ancora letto niente).
Altra grande assente è la fantascienza italiana. Sono stato tentato di inserire Nessun uomo è mio fratello in classifica. Ma non ce l'ho fatta. La lettura è troppo recente e temo che l'entusiasmo appanni il mio giudizio.
Sono comunque convinto che se c'è un romanzo italiano che merita ogni possibile riconoscimento è quello.

Bene. È tutto.
Attendo i vostri dieci titoli.

42 commenti:

  1. Uelà.Ho causato io tutto questo?
    Aldilà di tutto sono daccordo su molti dei titoli che scrivi.
    A breve arriverà la mia lista,adesso purtroppo vado di fretta.Sul romanzo di Dunyach e Ayerdhal mi dispice.Avrebbe meritato maggior successo in Italia.Pensa un pò io aggiungerei i Franco-canadesi tipo la Vonamburg o Meynard tra gli scrittori degni di nota.
    Sui racconti.Si amico mio,STORIA DELLA TUA VITA di Chiangè forse il miglior racconto di fantascienza degli ultimi anni.
    Mi ha fatto ridere,mi ha commosso,mi ha fatto piangere come un bambino,non male per uno che scrive pochissimo,no?
    Adesso ti saluto,scusate sono di corsissima.
    P.s.Sicuramente tra i miei 10 ci sarà Eclipse di Shirley.
    A te che te ne pare?

    RispondiElimina
  2. Dieci per forza?
    OK.
    In no particular order, come si suol dire...

    Ken MacLeod - The Stone Canal
    Colin Greenland - Take back plenty
    Charles Stross - Accelerando
    Iain Banks - The Algebraist (ma anche Matter non scherza)
    M. John Harrison - Light
    Karl Schroeder - Ventus
    Kage Baker - The Empress of Mars
    David Brin - Earth
    Kim Stanley Robinson - Red/Green/Blue Mars
    Mary Gentle - Ash

    In un paio di casi (magari anche più di un paio), il titolo indicato è stato scelto fra due o tre candidati...

    RispondiElimina
  3. Angeli di seta (China Mountain Zhang, 1992) di Maureen F. McHUGH. Romanzo di FS minimalista, intenso e originale.

    RispondiElimina
  4. Dunque.
    Vent'anni, venti nomi, altrimenti non gioco.
    15 sono di fantascienza, ma includo anche 5 wildcard (perché io sono quello della speculative fiction, se ricordi).
    E ci metto anche una novella e delle raccolte di racconti, che magari includono cose già pubblicate prima dei novanta.
    Sono due liste ottime (la tua e quella di Mana). Se tralascio nomi come Banks o Stross, Egan o MacDonald non è perché non mi piacciano, anzi.
    Però questo è quanto, (anche qui, no particular order e scegliere un solo titolo per autore non è sempre facile):


    Kim Stanley Robinson - Red Mars
    John Crowley - Great Work of Time
    Christopher Priest - The Separation
    Ted Chiang - Stories of Your Life and Others
    M John Harrison - Light
    Geoff Ryman - Air
    Jon C. Grimwood - Pasahazade
    Richard K. Morgan - Altered Carbon
    Neal Stephenson - The Diamond Age
    Gwyneth Jones - Bold as Love
    Colin Greenland - Take back Plenty
    James Tiptree Jr - Her Smoke Rose Up Forever (omnibus)
    Mary Gentle - Ash
    Maureen McHugh - China Mountain Zhang
    Raphael Carter - The Fortunate Fall
    +
    wildcard che qualcuno potrebbe obiettare non sono fantascientifiche:

    Thomas Pynchon - Against the Day
    David Mitchell - Cloud Atlas
    Kelly Link - Magic for Beginners
    Shirley Jackson - Library of America Edition
    Karen Joy Fowler - What I Didn’t See and Other Stories (collezione che esce nei prossimi mesi).

    RispondiElimina
  5. Sto leggendo e segnando (Davide e Marco: niente Egan?, Marco, wildcard la Jackson però allora wildcard qualsiasi cosa belin...), penso leggerò quelli che compaiono nella maggioranza di liste...
    Iguana, gran lavoro!

    RispondiElimina
  6. @Elvezio

    Hai ragione su Egan un po' mi sento in colpa, anche perché la mia lista tende molto al soft. Facciamo 21 e mettiamoci Permutation City.

    Re:Jackson
    Mi meraviglio di te. Il Dottor Montague non crede forse in una spiegazione scientifica del soprannaturale? Questo fa di THOHH un romanzo di fantascienza, no?
    Ma più che altro è di questi giorni il volumone della LoA con Haunting of Hill House + We Have Always Lived in the Castle + 20/30 racconti, e mi andava ricordarlo.

    RispondiElimina
  7. Ehhh, ecco, più che altro la seconda motivazione eh! Sì, ho letto anche io dell'uscita di quel volume, magari rammenterò a tutti sul blog settimana prossima, con altro pezzo sulla Jackson che ho letto in questi giorni...

    RispondiElimina
  8. Rieccomi qua,cito in ordine sparso alcuni testi che mi sembrano notevoli
    per amor di patria lascerò fuori Hyperion su cui abbiamo già parlato.
    -Red Mars di Kim Stanley Robinson.
    -Un futuro all'antica di B.sterling
    -The empress of mars di Kage Baker
    -Stories of your life di Ted Chiang
    -Stelle morenti di Dunyach e Ayerdhal
    -Il paradosso Hemingway di Haldeman
    -F.a.u.s.t di Serge Lehman
    -L'anello di Caronte di R.McBRIDE Allen(Su questo forse verranno fuori polemiche)
    -Diversi tra I NUOVI MISTERI DI PARIGI di Roland C.Wagner.
    -Egan(parecchie cose ma Oceanic e Teranesia per me sono pari tra le mie preferenze).
    -Earth di David Brin.
    O.K sono 12 invece di 10 ma non riuscivo a decidere.
    Se mi perdonate citerei come interessante anche i racconti assolutamente fuori concorso,che mi hanno dimostrato come forse nella sf le cose migliori siano state scritte come racconti brevi:
    -Bears discovered fire di T.Bisson
    -Dead on the Nile di Connie Willis
    -Georgia on my mind di C.Sheffield
    -The Death of captain future di Allen Steele.
    Qui mi fermo
    Ma la storia continua...

    RispondiElimina
  9. Bel gioco... ecco i miei in ordine sparso
    Iain M. Banks - La guerra di Zakalwe
    Charles Stross - Accelerando
    Neal Stephenson - The Diamond Age
    M John Harrison - Light
    Richard K. Morgan - Altered Carbon
    Vernor Vinge - A fire upon the deep
    John C. Wright - The golden age
    Tony Daniel - Metaplanetary
    Scott Westerfeld - Risen
    Kim S. Robinson - Forty signs of rain
    ce ne sono ovviamente molti altri (Reynolds, Nagata,...) e... Declare di Tim Powers proprio non c'entra, vero?

    RispondiElimina
  10. Grazie a tutti per il vostro contributo. Immaginavo ci fosse qualche titolo che mancava dalla mia lista, però vederseli tutti elencati bene in ordine fa un certo effetto.

    Tra i nomi citati mi ero già segnato Take Back Plenty e la trilogia marziani di Robinson, altri titoli li ho letti - senza evidentemente apprezzarli abbastanza - e qualcuno invece non lo conoscevo proprio.

    Qualche risposta sparsa.

    @ Davide vedo che Banks ha mnesso in imbarazzo anche te. In effetti ero lì lì per scegliere The Algebraist anch'io.


    @ Squirek (e anche Marco): Angeli di seta lo lessi a suo tempo nell'edizione Fanucci. Non era male, ma non mi è rimasto particolarmente impresso. A suo tempo scrivevo che "Per essere un romanzo fantascientifico mi è sembrato che l'aspetto speculativo potenzialmente molto interessante rimanesse troppo sullo sfondo, tanto che le vicende di Zhang si sarebbero potute narrare qui-e-ora senza sostanziali modifiche nell'impianto narrativo della vicenda. Nonostante l'ambientazione futur-cinese, le sue vicissitudini professionali non mi sembrano subire grossi cambiamenti rispetto a come si sarebbero potute sviluppare in un mondo normalmente capitalista. E poi qual era il senso delle trame laterali? Alla fine m'è spiaciuto che il romanzo non si soffermasse di più sugli aspetti più propriamente fantascientifici (la comune marziana, tanto per dire), magari relegando in un angolino la storia decisamente più banale del protagonista. In definitiva l'impressione più duratura è che il romanzo della McHugh sia il solito racconto sulla realizzazione di un self made man, solo spostato leggermente in avanti."


    @ Marco: cartellino giallo per non aver rispettato le regole! :-)
    btw mi sono reso conto che ho lasciato fuori dalla top-ten un romanzo che avrebbe meritato di entrarci. Mi ha fregato - come spesso accade - l'etichetta. Il romanzo è La strada di McCarthy, che per quanto ci provi non riesco proprio a non considerare fantascienza.
    Diciamo che me lo gioco come Wildcard?

    Dici: "Se tralascio nomi come Banks o Stross, Egan o MacDonald non è perché non mi piacciano". Liberissimo di non apprezzarli abbastanza da inserirli nel meglio degli ultimi vent'anni, ci mancherebbe. Secondo me sbagli, ma oh… mica vorremo polemizzare su 'ste cose, no? ;-)

    E inserire Pynchon così di soppiatto non vale :-P
    Contro il giorno è probabilmente la lettura migliore fatta negli ultlimi anni, ma ecco, non riesco a considerarla solo fantascienza.


    @ Elvezio: lo so che compare solo nella mia lista, ma sarei davvero curioso di leggere la tua opinione a proposito di McDonald.
    (che ssa' da fa' per far leggere un po' di buona fantascienza sconosciuta! :-))


    @ Nick: sai che a me quel racconto degli orsi di Bisson non mi ha mai detto nulla? L'ho appena riletto - è nel millemondi dozoisiano che raccoglie il meglio del meglio - e continuo a non capire tutto l'entusiasmo che lo circonda. Mah…


    @ Quiller: della tua lista non ho mai sentito nominare Metaplanetary. Non è che c'hai voglia di approfondire? Grazie!

    RispondiElimina
  11. Liberissimo di non apprezzarli abbastanza da inserirli nel meglio degli ultimi vent'anni, ci mancherebbe.Secondo me sbagli, ma oh… mica vorremo polemizzare su 'ste cose, no? ;-)

    Sai com' è, c'è chi ascolta gli U2 e chi preferisce Triffids, Dream Syndicate, Thin White Rope. Io sono sempre più attratto dai "beautiful losers" rispetto agli "importanti", è uno dei miei tanti difetti di carattere ;)

    Contro il giorno è probabilmente la lettura migliore fatta negli ultlimi anni, ma ecco, non riesco a considerarla solo fantascienza.

    In realtà faccio fatica a NON considerare Pynchon fantascienza.
    Ed è comunque sicuramente più vicino alla fantascienza Pynchon di Shirley Jackson, come ha fatto notare Elvezio.
    Sul "solo fantascienza" è perché tu sei un elitista letterario e limiti le potenzialità del genere ;)

    Fra l'altro non so se sai ma c'è un famoso articolo di Lethem secondo cui (sintesi brutale e disonesta) il Nebula del 73 sarebbe dovuto andare a Gravity's Rainbow (che era nella shortlist) e anche DeLillo avrebbe dovuto vincere (credo con Rumore Bianco) qualche anno dopo, così la fantascienza sarebbe diventata mainstream e ora verrebbe presa sul serio.

    RispondiElimina
  12. Ovviamente ognuno di noi ha gusti personali,diversi.Ovviamente ognuno di noi ha una concezione diversa su cosa significhi fantascienza.
    Neanch'io riesco a considerare Pynchon,DeLillo fantascienza.Però il bello dei generi è che i confini si possono anche allargare.Riguardo ai racconti,caro Iguana,vorrei sapere cosa ne pensi rispetto agli altri che ho citato.
    Mi raccomando,voglio la tua solita brutale sincerità.

    RispondiElimina
  13. Marco, però bisogna che ti decidi. Nel giro di quattro righe riesci a darmi del POPolare e dell'elitista. Echecazzo! Va bene essere schizofrenici ma qua si esagera!
    :-) :-) :-)

    L'articolo di Lethem "La promessa mancata della fantascienza" era ospitato da minimum fax (l'avrò linkato in millanta discussioni nel corso degli anni) però da quando hanno ristrutturato il loro sito non risulta più raggiungibile.
    Ho provato a contattarli per vedere di recuperarlo, 'mo vediamo che mi dicono.

    (BTW l'articolo partiva con un "What if…" e procedeva di bene in meglio)


    @ Nick: credo di averli letti tutti, ma non li ricordo nel dettaglio.
    In ogni caso il racconto definitivo di Connie Willis rimane, per me, Anche la regina.

    RispondiElimina
  14. Su Metaplanetary di Tony Daniel: mi piacque tantissimo 4-5 anni fa quando lo lessi, per le idee grandiose e piuttosto originali (i pianeti del sistema solare connessi da cavi; una sostanza nanotecnologica , il grist, che tutto pervade e che può trasporatre informazioni ma anche produrre oggetti a partire da queste informazioni e alla quale i post-uomini del romanzo si interfacciano direttamente), ma anche per uno stile ellittico e poco didascalico che richiede molta attenzione per non smarrirsi. Quest'ultima caratteristica, forse per un mio innato masochismo da lettore, mi ha sempre attratto nei libri.
    Anche lo scenario del Sistema Solare, come "scala" è uno di quelli che mi piacciono di più. In definita lo trovai molto significativo. Poi mi arrabbiai molto scoprendo che era il primo di una trilogia, e che all'autore non avevano mai commissionato il terzo libro...sono trappole da principiante in cui di solito non casco :-)
    Per la rabbia non mi sono mai procurato Superluminal, il secondo, ma ora che mi è tornato in mente magari lo farò, hai visto mai che sostenendo le vendite l'autore riesumi il progetto...
    Ciao

    RispondiElimina
  15. Eh, contraddizioni - potevo ripescare le scontate citazioni di Emerson e Whitman, ma invece dirò, after Colbert (Stephen):
    "I am Popular Elitist, and so can You!"

    Che poi, non vorrei dire, cosa c'è di più popolar-elitista di giocare a rugby in Italia?

    Con sport di nicchia o con regole astruse come golf, baseball o hockey fai il "popolare", con il calcio te la tiri perché il rugby è uno sport di gentiluomini, e dopo la partita tutti a bere birra assieme, e non succedono mica quelle brutte cose che si vedono in campo al giorno d'oggi... c'è voluto un neozelandese per metterti i puntini sulle i

    ...
    Linkato a che proposito? Nel senso, eri d'accordo, eri contrario, lo usavi a sostegno dei tuoi argomenti
    A me era piaciuta molto questa risposta sarcastica
    cui poi era seguita questa discussione più sobria

    (comunque se vuoi fare uno strappo alla tua regola di non leggere dal computer, piuttosto leggi Stone Animals dalla collezione che ho linkato su Malpertuis).

    RispondiElimina
  16. Di ANCHE LA REGINA ricordo con piacere la bellissima critica agli aspetti più deteriori del femminismo(almeno io l'ho letto così,magari mi arriverà qualche femminista arrabbiata a dirmi che non ho capito niente); certamente con la Willis è difficile scegliere.Molto commovente è,ad esempio PORTALES NON STOP scritto per omaggiare Jack Williamson.
    Te lo consiglio.

    RispondiElimina
  17. Bella top ten!!! Quasi, quasi ti copio l'idea sul mio blog, ma metto Carletto Stross primo in classifica.
    Complimenti, blog stupendo!

    RispondiElimina
  18. @ Quiller: Grazie per le info. In effetti la tua presentazione sembra allettante. Se i romanzi, nonostante facciano parte di un ciclo, fossero pure autoconclusivi un pensierino ce lo farei pure.


    @ Marco: Con le citazioni hai partita facile, che è uno sport che non pratico per evidente inferiorità intellettuale. :-P
    Ma comunque la si pensi, confermo che val la pena darsi al rugby anche solo per la parte "dopo la partita tutti a bere birra assieme". (Un dubbio, non è che invece di popolar-elitista son piuttosto popolan-etilista? Mah…)

    Lincavo Lethem perché i suoi mi sembravano ottimi argomenti a favore di una fantascienza che non si limitasse a difendere i confini del proprio orticello ma che si aprisse invece al mondo esterno, puntando in alto non solo nei temi ma anche nella loro esposizione, senza rifiutare a priori ogni elaborazione intellettuale delle idee e degli argomenti per autolimitarsi al bacino adolescenziale d'origine e rivolgersi - finalmente! - anche a un pubblico più maturo (oltre a considerarlo effettivamente tale).
    Nel pezzo di Lethem scorgevo quel''ipotesi di un'evoluzione della fantascienza dalle sue origini popolari - ormai comunque irrimediabilmente perse - a una consapevolezza maggiore non solo degli aspetti tecnico-drammatici della scrittura di genere ma anche di quelli estetico-intellettuali, che è una caratteristica che riconosco in quei romanzi che riescono a entusiasmarmi (fuori e dentro il genere).

    …e no, non faccio eccezioni! :-)
    (piuttosto appena ho un attimo di tempo me lo stampo e lo leggo)


    @ Nick: Sì, Connie Willis è un'autrice che andrebbe rivalutata. Peccato che qui da noi sia arrivata a spizzichi e bocconi…


    @ Mr. Atomico: Arrossisco. Grazie. Io comunque aspetterei ancora qualche anno prima di mettere Stross in testa alla classifica, che secondo me il meglio deve ancora arrivare.

    RispondiElimina
  19. Sul "ciclo" Metaplanetary: mi spiace ma l'autore, evidentemente un'ottimista, ha piazzato degli "appesialdirupo" al termine di ogni romanzo... .-)

    RispondiElimina
  20. Peccato…
    Ho appena finito di leggere "Un'arida guerra tranquilla", che è il racconto di Daniel presente nel Millemondi dozoisiano citato più su, ed è davvero notevole.

    RispondiElimina
  21. L'avevo letto anch'io! (in inglese) era bello, sì.

    RispondiElimina
  22. Ho come la sensazione che in inglese fosse decisamente meglio.
    Non che la traduzione italiana sia sbagliata, solo che non so, non mi suonava troppo brillante.

    RispondiElimina
  23. Ottima classifica! Peccato sia tutta solo anglosassone... E gli strepitosi francesi? E gli ultimi notevoli italiani, tra cui il ritorno in grande stile di Zuddas?
    Comunque complimenti lo stesso, tutto molto interessante.
    Sto per varare un blog a tema, spero di averti presto tra i miei visitatori.

    RispondiElimina
  24. Carissimo sciencefictionisnotdead, forse dovresti avere un po' meno fretta di farti conoscere e provare magari a rileggere il post: per quanto limitati, riferimenti a fantascienze non anglosassoni ci sono eccome.

    RispondiElimina
  25. Caro sciencefictionisnotdead.
    Sono un pò perplesso.
    Io per primo ho citato diversi romanzi Francesi.
    In bocca al lupo per il tuo blog!

    RispondiElimina
  26. Mi cospargo il capo di cenere! La gatta frettolosa ha fatto i gattini orbi! Forse la mancanza degli italiani mi ha mandato un po' in palla, anzi sicuramente (ma non cerco scuse e incasso il meritato colpo).
    Ma "I computer dell'apocalisse" di Zuddas non lo ha letto nessuno? Come "Accelerando" e "Stelle morenti" e tra i romanzi più densi e ambiziosi degli ultimi anni!

    RispondiElimina
  27. …e a caval donato non si guarda in bocca.

    Ben tornato sciencefictionisnotdead!

    No, non ho letto "I computer dell'apocalisse".
    Ti dirò di più, questa è la prima volta che vedo accostare, in qualità d'autore, il nome di Zuddas a quello di Stross (o di Ayerdahl e Dunyach).
    Il paragone mi sorprende. Se vuoi dilungarti sui pregi di quel romanzo sei il benvenuto.

    RispondiElimina
  28. Gioco solo per tre posizioni, piu' una segnalazione italiana.

    Vinge ci deve stare, e mettiamoci "Universo incostante".

    Sawyer ci deve essere, con "Flashforward" (il libro, che la serie mi dicono faccia schifo).

    PF Hamilton NON puo' mancare: "Night's dawn trilogy" (tutta intera).

    Come jolly segnalo un titolo nazionale che non mi e' dispiaciuto per nulla: roba semplice, lineare e coerente dalla prima all'ultima pagina (e di questi tempi non e' poco). Si tratta di "Pinocchio 2112" di Silvio Dona'.

    G (BP)

    RispondiElimina
  29. Ciao GiOvAnNi, e benvenuto da 'ste parti!

    Sui gusti non si discute. In effetti anche secondo me la trilogia dell'Alba della notte ha qualche possibilità di entrare in classifica, ma per gli altri due titoli ho più di qualche dubbio (di Universo incostante e di Sawyer se ne è parlato nel blog qualche tempo fa. Se hai voglia di dare un'occhiata in giro, beh… accomodati).

    Il romanzo di Donà non lo conosco. Come dicevo a proposito del titolo di Zuddas proposto più sopra, se hai voglia di parlarne in maniera più approfondita sei il benvenuto.

    RispondiElimina
  30. Ciao.

    Tralascio di difendere le mie scelte, per non alimentare flames inutili. Su Donà e il suo meta-romanzo (perche' e' un libro che parla di libri) ho scritto una decina di righe qui:
    http://panofski.posterous.com/pinocchio-2112-silvio-dona

    Non aspettarti roba complicata e trovate tecnologiche incredibili, ma -come ho scritto- secondo me la forza di questa storia sta nella sua semplicita'. Vi sono alcune parti sicuramente scontate e melense, ma tutto sommato la storia regge sino in fondo.

    G (BP)

    RispondiElimina
  31. Passavo per caso (solo occasionalmente leggo fantascienza) e intervengo solo perché, per puro caso, anche io ho appena finito "Pinocchio.2112" che mi ha regalato un amico.
    L'ho letto con molto scetticismo perché l'autore non è famoso e la casa editrice è nuova ma ho dovuto ricredermi.
    Il romanzo a me è piaciuto molto ma forse proprio perchè non sono un grande appassionato di fantascienza. Il super appassionato, infatti, cerca in un romanzo di fantscienza qualcosa di nuovo e diverso rispetto ai tanti libri che ha letto di questo genere. Il lettore occasionale, invece, si fa prendere dalla storia, che è scritta bene e dal personaggio, che ti cattura fin dall'inizio e legge "a manetta" fino alla fine.
    Il bello di questo romanzo per me è stato questo: è uno di queli libri che prendi in mano e subito ti catturano e non ti mollano più fino all'ultima riga.
    E, comunque, Donà scrive davvero bene. Semplice ma mai banale.
    Oggi come oggi, con tante cose sciatte che si trovano in giro, non è poco.
    Un saluto a tutti e complimenti per il blog, molto vivo e con bei commenti.
    Penso comprerò almeno un paio dei titoli di cui discutevate :-)

    Ciao da Riccardo

    RispondiElimina
  32. Non temere GiOvAnNi, qui dentro non è mai successo che una discussione sui propri gusti letterari sia andata a fuoco. Per cui, se ci tieni, accomodati, che una bella discussione non può far troppo male.

    BTW ho letto quel che scrivi su Pinocchio 2112, che mi sembra confermato anche dall'opinione di Riccardo.
    A 'sto punto mi chiedo perché l'editore del romanzo non permetta di assaggiare la scrittura di Donà.
    Dopotutto prima di spendere 15 euro per il romanzo (di fantascienza!) di un esordiente, sarebbe il caso di poterci dare un'occhiata, no? Non avremmo tutti da guadagnarci?

    RispondiElimina
  33. @Iguana: personalmente non mi piace leggere una parte del libro per farmi un'idea del contenuto, ma anche qua si parla di gusti personali :-).
    Io ho scoperto Dona' grazie ad un amico accanito lettore, che mi ha "regalato" su facebook la recensione di Pinocchio 2112 per il mio compleanno. Mi sono fidato, visto che conosco i gusti dell'amico.
    In ogni caso, secondo me visto che hai un blog specializzato potresti provare a sentire l'autore, proponendogli un'intervista o chiedendogli un estratto del libro. Dona' e' assolutamente disponibile a contatti elettronici che riguardano quel che scrive.

    RispondiElimina
  34. Credo anch'io che il consiglio di un amico fidato sia il metodo migliore per conoscere un nuovo autore.
    Ma se questo non succede che fai? Ci sono troppi libri qua fuori per poterli leggere tutti.

    BTW, neanche a farlo apposta: con Donà ci siamo appena incrociati su Anobii.

    'mo vediamo che succede.

    RispondiElimina
  35. Capitato su questo post per caso, ma prendo nota.
    La mia ignoranza di genere, escluso qualche nome celeberrimo, è totale; pesco volentieri qualche consiglio.
    Ho già scaricato "Accelerando" in free download, e credo leggerò anche con "Nessun uomo è mio fratello", volevo poi un ulteriore consiglio: ho visto che è uscito "Keepsakes" di Resnick in ebook, pubblicato 40k; che dici, merita?

    RispondiElimina
  36. Ciao abo!

    Mi fa piacere vederti da 'ste parti, che vedere un lettore forte come te avvicinarsi al genere è sempre un piacere.

    Su Resnick non posso aiutarti, sorry.
    Ho letto solo una manciata di racconti e mi han lasciato piuttosto freddino. Però è un po' troppo poco per giudicare compiutamente la sua produzione.

    RispondiElimina
  37. Ah, dimenticavo, parlando di Disch dalle mie parti sei stato tirato in ballo dal buon Marco.
    Lo spinoso argomento è l'importanza delle intenzioni dell'autore nel giudizio di un'opera, su cui a quel che ho capito vi state confrontando da un po'.
    Se hai voglia di passare...

    RispondiElimina
  38. Grazie per la segnalazione.

    Ora devo solo trovare il tempo per dare il mio contributo al dibattito…

    RispondiElimina
  39. Che post fantastico una marea di autori da conoscere, slurp!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Jakala e benvenuta/o da 'ste parti!

      A quanto pare non mi rimane che da augurarti buone letture, che con i titoli qui sopra vai sul sicuro!

      Elimina
  40. BenvenutO, purtroppo l'a finale fa confusione.
    Un po' di autori/opere le ho già lette (Sulla strada, Altered Carbon, etc) ma molti mi erano sconosciuti, anche se già sentiti di fama

    RispondiElimina
    Risposte
    1. McCarthy e Morgan sono entrambi ottimi romanzieri, ma anche gli altri elencati qua dentro non scherzano. Hai solo l'imbarazzo della scelta!

      Elimina