07 gennaio 2009

Gaza


Originally uploaded by velvetart.
Ci sono due blog che seguo con costanza, due blog estremamente interessanti, preparati e brillanti. Sono i blog di Leonardo e quello di Freddy Nietzsche. A poche ore di distanza uno dall'altro hanno postato entrambi un contributo importante per districarsi nella complicata questione della guerra portata da Israele nella Striscia di Gaza.
Il pezzo di Freddy Nietzsche (War, hate and understanding) e quello di Leonardo ((e non del tutto sbagliate)) hanno posizioni antitetiche sul bombardamento e la successiva invasione militare israeliana di Gaza.
Qui non si tratta di dare ragione a uno o all'altro, non ne so abbastanza e in ogni caso prendere posizione non cambierebbe NULLA di quello che sta succedendo laggiù: le persone continuerebbe a morire, l'odio a crescere mentre una soluzione pacifica si allontana indefinitivamente. A me comunque piacerebbe davvero assistere ad un confronto pacato e civile e (credo) illuminante tra i due autori.


10 commenti:

  1. non sono d'accordo. Non si può restare equidistanti solo perché ciò non cambierebbe le cose...è chiaro che esprimere una personale opinione non cambia la crudeltà dell'attacco militare a gaza, tuttavia penso che, in unqa vicenda come questa, bisogna prendere posizione...perché non è possibile girare la testa dall'altra parte proclamando la nostra neutralità! ora leggo i due blog citati :-)

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  2. http://blog.debiase.com/2009/01/07.html#a2229

    riflessioni utili al dibattito dal blog di Luca De Biase

    saluti

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  3. Ciao samie e benvenuto da 'ste parti.

    A costo di apparire retorico ingenuo e sentimentale, credo che l'unica opzione decente tra tutti gli schieramenti possibile sia quella a fianco delle vittime.
    Ogni alternativa richiederebbe una conoscenza, una partecipazione, un approfondimento della questione mediorientale che non ho e non credo riuscirò mai ad avere.

    L'unico modo che ho di schierarmi è quello di immaginare un mio omologo mediorientale, con un lavoro qualsiasi e una famiglia qualsiasi, che vive quotidianamente il terrore di perdere i figli, la casa, il lavoro per questioni su cui singolarmente non ha alcun controllo.
    È poi facile dire tutti i palestinesi odiano gli israeliani o tutti gli israeliani odiano i palestinesi, oppure che tanto Hamas quanto il governo di Gerusalemme hanno il consenso della maggioranza dei cittadini "qualsiasi" per quanto riguarda la difesa con ogni mezzo delle proprie istanze. Ma io non vivo lì. Non sento le bombe o i razzi o gli spari o le esplosioni. Io non credo che noi da qui possiamo davvero immaginare cosa significa. Stiamo qua a dibattere sulla percezione della guerra, oppure ci schieriamo come tifosi per una o per l'altra parte, e poi certo, magari manifestiamo, urliamo la rabbia e il disgusto, ci sfoghiamo, liberiamo la coscienza, e aumentiamo ulteriormente il tasso di odio nell'aria.

    Non so quale possa essere la soluzione, sono 60 anni che loro ne cercano una invano. Di certo così non è una gran bella vita, per gli uni e per gli altri.
    (che poi forse il problema è lo stesso che abbiamo qui: esercitare la democrazia significa partecipare attivamente alla vita politica della propria comunità, non rilasciare deleghe in bianco, controllare il Potere. Noi ci riusciamo? Forse siamo solo più fortunati, per ora.)



    Grazie per il link olipan, anche se non lo trovo particolarmente stimolante. (chi cavolo sono i signori della guerra?)

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  4. ciao
    credo che i signori della guerra siano proprio quelle persone che non fanno vivere tranquille le persone laggiù

    le persone che speculano sui propri morti per portare avanti istanze,
    le persone che godono nel bombardare e nel lanciare razzi

    in guerra muore la verità e trionfa la propaganda. Dire questo, argomentarlo come altri meglio di noi possono e dovrebbero fare, non aiuta la sofferenza delle persone.

    L'unico invito che faccio, a palestinesi e israeliani, è quello di prendere in mano il loro destino e ribellarsi ai pazzi e sanguinari.
    è ora, non credete? Così si soffre e si fanno solo passi del gambero

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  5. perdonatemi, volevo fare un'aggiunta.

    Quando dico "in guerra muore la verità e trionfa la propaganda. Dire questo, argomentarlo come altri meglio di noi possono e dovrebbero fare, non aiuta la sofferenza delle persone",
    forse faccio intendere che la lontananza da Gaza, per noi, vuol dire solo immobilismo, incapacità di agire sulla sofferenza, impotenza insomma.

    Non è proprio così. Riflettere sul controllo del Potere, sulla gestione della vita delle persone, non è inutile. Magari a un primo livello è di fatto inutile per coloro che sono sotto le bombe.
    Ma a un secondo livello, riflettere è utile alla coscienza collettiva, alla comprensione del mondo. E' utile perchè non bisogna mai dare per scontato il mondo in cui viviamo. Certo, non abbiamo conoscenza diretta di molte realtà, come la Palestina, il casertano, la calabria i balcani etc etc. (faccio esempi fra mille esempi possibili)
    ma pensare, riflettere, fare una critica pensante agli stimoli dei media (che sono la nostra conoscenza indiretta del mondo) aiuta gli altri e ci aiuta.

    Il Pensiero non va mai buttato, ma germoglia, nel bene e nel male. Per questo penso che a un secondo livello riflettere criticamente su quanto succede a Gaza aiuta il nostro mondo e, per vie traverse che solo Dio conosce, anche chi dal nostro mondo è lontano

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  6. Ok, olipan, credo che qui dentro siamo tutti concordi che riflettere, ragionare, pensare, e in generale tentare di comprendere il mondo sia cosa buona e giusta.
    Grazie tante.

    Però scusa, se tutta l'attività cerebrale di cui sopra porta unicamente a partorire un generico appello a "prendere in mano il loro destino e ribellarsi ai pazzi e sanguinari" (ma poi quale autorità ci da il diritto di dire a popoli interi come si devono comportare?), beh… forse è meglio che continuiamo a riflettere, ragionare, pensare, e in generale tentare di comprendere il mondo nel nostro piccolo giardinetto. No?

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  7. Ciao a tutti.. mi sono trovato per caso su questo blog..
    credo che si debba prendere posizione nel conflitto perchè l'opinione pubblica può, se non cambiare le cose, almeno condizionarle. Ma deve esserci alla base un'attenta analisi e una corretta informazione, che purtroppo in questa situazione mancano.
    Bisogna cioè valutare la posizione di tutti gli attori coinvolti e avere il coraggio di criticare gli errori degli uni e degli altri.
    La nostra posizione non deve essere "cieca", bensì critica. Perchè quello che rimane sul campo sono pur sempre i caduti. Vittime, martiri, resistenti, terroristi, criminali, scudi umani. Si può dar loro il nome che vogliamo. Ma prima di tutto bisogna informarsi.
    Poichè i media internazionali e soprattutto quelli italiani non aiutano in queste circostanze, vi volevo segnalare due link, che vi prego di far conoscere.
    il primo è http://www.dagaza.org
    è un media journal sul web e ci sono i video dell'unica telecamera europea (per di più italiana e indipendente) presente a Gaza.
    il secondo è http://knesset2009.wordpress.com
    è una rassegna stampa nata con lo scopo di analizzare le elezioni israeliane ma che è diventata un archivio di posizioni differenti, articoli, link e analisi su ciò che succede a Gaza.

    scusate per il disturbo...

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  8. Nessun disturbo burrasca, ci mancherebbe.

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  9. bravo burrasca, ritengo che questo è lo spirito giusto. Le partigianerie a prescindere hanno ben poco senso e sono anche pericolose.

    Certo, Iguana, lo spirito critico non ci dà il diritto di fare appelli insurrezionalistici.

    Ma lo spirito critico e la riflessione possono portare a delle conclusioni (personali).
    La mia è che l'ignoranza, la povertà, la presenza massiccia di fondamentalismi religiosi incancreniti nei gangli della biopolitica, creano grossi problemi.
    E che emanciparsene, per un popolo, è tutto di guadagnato.
    saluti

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  10. Concordo (come del resto farebbe il 99% della popolazione del pianeta, immagino).

    Che dici se iniziassimo da casa nostra?

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