Non mi capita spesso di parlare di musica qui dentro. Probabilmente non ne ascolto più nemmeno tanta come una volta. Oltretutto, essendo parecchio schizofrenico in fatto di gusti musicali, mi capita sempre più spesso di spizzicare qua e là tra i dischi e i generi piuttosto che approfondire la conoscenza di uno specifico artista.
Però a volte trovi il disco che devi ascoltare fino in fondo, che riesce a catturare la tua attenzione, che grazie a una strana alchimia tra immediatezza e profondità, tra ricchezza di suoni e abbondanza di suggestioni sembra essere stato prodotto proprio per le tue orecchie.
Questo piccolo miracolo è successo con Icky Thump dei White Stripes.
Gli ex coniugi White ne sanno a pacchi, questa è la premessa fondamentale per parlare del loro ultimo disco. Per ognuna delle 13 canzoni che lo compongono scatta immediatamente l'identificazione con un suono del passato, che sia un vecchio blues o il rumore in puro stile garage, gli strascichi dei Led Zeppelin o un pizzico di tex-mex, una puntata nel folk o nella grandeur hollywoodiana, il bello dei White Stripes sta proprio nell'aver macinato tutte queste sonorità per creare un suono coerente, perfettamente riconoscibile e incredibilmente ricco.
Del resto capire da dove arrivano le sonorità che rendono Icky Thump una perfetta sintesi di radici popolari e rock'n'roll postmoderno è ormai del tutto impossibile, almeno per il sottoscritto: troppe le stratificazioni, troppe gli imbastardimenti mediatici, troppe le contaminazioni per riuscire ad arrivare all'origine del suono White Stripes. Ma il bello del duo americano è proprio quello di non prendere per nulla sul serio il peso della tradizione, di giocare con la capacità evocativa di certi suoni contando unicamente sulla loro capacità di fare musica al contempo immediatamente fruibile e attentamente meditata. E dando l'idea di divertirsi un mondo lungo la strada.
Ah… per la cronaca, non riesco a smettere di ascoltare Conquest, che secondo me sarebbe la colonna sonora ideale per un musical diretto da Quentin Tarantino. Io l'ho detto, chissà mai che non capiti di vedere un film simile…
…
Ola.
RispondiEliminaOff topic: mi fa piacere che abbia apprezzato la signora Vargas. A questo punto aspetto che ne scriva qui (peraltro, ho letto qualcuna delle tue rece, assai centrata quella su American Gods, bravo)
anche ottobre se ne è andato, e come diceva guccini -prima di dedicarsi unicamente alle lasagne ed alle campagne elettorali di cofferati- "cala novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti...". a questo punto rimangono insoluti ben due mesi di rapporti sulle letture.
RispondiEliminaqui si esigono gli arretrati! :-)
saluti
e.
Ciao ubimario, ciao lucharoja!
RispondiEliminaLo so lo so… sarà l'autunno, sarà quel che sarà ma ultimamente il blog langue, portate pazienza.
Le letture degli ultimi due mesi sono comunque in arrivo, promesso.
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