03 settembre 2014

Visioni: Under the Skin

Under the Skin è un film eccezionale. Lo è per una serie di motivi. E non tutti hanno a che fare con la resa cinematografica della pellicola.
Per prima cosa è eccezionale che un film simile sia arrivato nei cinema. Ok, siamo ancora nella stagione estiva, e la concorrenza è quellla che è, ma non avrei scommesso un cent sulla possibilità che un film strutturato come questo di Jonathan Glazer, pur non avendo nulla di commercialmente attraente per il grande pubblico (avete presente cosa ci si aspetta, qui e ora, da un film di fantascienza, vero?), potesse arrivare nelle nostre sale.
Il merito è ovviamente di Scarlett Johansson, che presta nome, corpo e presenza scenica a un progetto che definire di nicchia è un chiaro understatement.

E Scarlett Johansson fa un lavoro eccezionale sul suo personaggio, con il suo corpo soprattutto, e con un viso e uno sguardo che forano lo schermo. Sia che il suo volto si illumini di un raro sorriso, che si interroghi silenziosa sul suo strano mestiere o che si perda nella disperazione di chi non ha nessun alternativa.

Under the Skin è un'eccezione anche nel suo essere una trasposizione cinematografica di un romanzo. Quante altre volte vi è capitato di assistere a un film che riesca a essere fedele al testo originale e al contempo decisamente superiore al suo corrispettivo cartaceo? Under the Skin (Sotto la pelle in italiano) è un romanzo di Michel Faber edito in italia senza etichette di genere, da Einaudi, una decina di anni fa. All'epoca della lettura mi sembrava l'esempio perfetto di come "il messaggio" dell'autore, insieme alla sua supponenza nel gestire temi e situazioni tipiche della letteratura di genere, potessere combinare un disastro narrativo (se volete approfondire, questo è il link alle mie note sul romanzo). Nella (ri)scrittura per il cinema di Under the Skin è stato eliminato tutto quel che di superfluo c'era nel romanzo, per concentrare l'attenzione dello spettatore sul destino unico della sua protagonista, riuscendo in questo modo a sublimarne la storia.



Under the Skin è fantascienza, ma non si preoccupa di doverlo dimostrare a ogni inquadratura. Ed è fantascienza che funziona proprio per quella qualità, tipica dei migliori esempi del genere, che consiste nel costringere il lettore a diventare parte attiva della narrazione, investendo in immaginazione per incassare in inquietudine e meraviglia.

Under the Skin è un film difficile, che appartiene idealmente a un'epoca cinematografica ormai tramontata, quella di Stalker, o dell'Uomo che cadde sulla Terra. Cinema ambizioso, alla ricerca di nuove formule espressive (o almeno di riportare sullo schermo formule espressive ormai desuete) che rischia di allontanare lo spettatore odierno per l'ambiguità voluta, la mancanza di spiegazioni e un senso di sospensione generato da una visione non immediatamente condivisa, o mediata, nella costruzione della vicenda.Non trovo molti altri esempi simili, oltre a quelli già citati, nella mia esperienza di spettatore. Piuttosto, se devo trovare una parentela ideale per l'aliena del film, mi viene in mente Sarah Canary, la protagonista dell'omonimo romanzo di Karen Joy Fowler.

Under the Skin funziona? A me la visione del film ha impressionato per la rappresentazione senza compromessi della diversità, di un'alienità intangibile ma allo stesso tempo permeabile, come in pochi altri film è dato trovare. Rivedersi negli sguardi, negli approcci, nella crescente curiosità della protagonista nei confronti dell'umanità fa quasi tenerezza, tanto più sottolineata dall'evidente indifferenza con cui viene raccolto il racconto delle nostre piccole storie, delle nostre piccole vite. Tutte storie normali, come i corpi che costellano gli spostamenti dell'aliena in giro per la Scozia. Storie come tanti piccoli semi, capaci di far crescere dubbi e curiosità e portare la protagonista all'impossibile rifiuto della sua stessa natura.

Unico punto debole del film è forse il finale, troppo facilmente speculare, che nega l'autonomia di una scelta e di un destino che la protagonista, alla fine del suo percorso, era ormai pronta ad accettare. Ma è un difetto minore in un progetto che spicca per l'attenzione al più minuto dettaglio (la camminata sbilenca della protagonista), la natura fredda e indifferente di una Scozia senza sole, le sue strade deserte e l'aria umida e poco ospitale di Glasgow.

E su tutto e tutti ancora Scarlett Johansson, che strega e cattura lo sguardo dello spettatore, per sedurlo e ingannarlo, in un gioco di reciproca fascinazione che non lascia speranze.

8 commenti:

  1. non ho letto il romanzo da cui è tratto, ma per quanto riguarda il resto sono d'accordo con quanto dici.
    film eccezionale con una scarlett eccezionale per una visione eccezionalmente arrivata nei cinema italiani.

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    1. Di film del genere ne vorrei vedere uno al mese, mica vederli comparire come mosche bianche nella programmazione estiva…

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  2. oddio, "l'uomo che cadde sulla terra" ho fatto fatica a digerirlo, ma lì c'era di mezzo david bowie... spero non sia davvero qualcosa di quel tenore. se lo trovo in giro vado a vedermelo.

    certo che la scarlett sta diventando quasi un'icona del nuovo cinema di sf, anche quella meno evidente. ha interpretato l'os di "her" ed è in quell'ultimo film di luc besson che probabilmente è una cazzata ma può rivelarsi piacevole. speriamo che contribuisca davvero a dare un po' di risalto al genere, perché oltre che mia coetanea è pure brava.

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    1. Under the Skin è un film parecchio diverso da L'uomo che cadde sulla terra. DIciamo che condividono la mancanza di spiegoni e il ritmo, ma poi il contenuto è profondamente diverso.

      Scarlett Johansson è la cosa migliore potesse capitare al cinema di fantascienza. Speriamo che resista e insista!

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  3. OT: Ho letto con piacere che il crowdfunding per Pashazade ha raggiunto la somma necessaria. Avete già idea di quando potrete pubblicarlo?
    E i prossimi titoli, si puo' sapere qualcosa?

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    1. Pashazade uscirà alla fine di ottobre.
      Per i prossimi titoli ti rimando qui:
      http://www.zona42.it/wordpress/presentazioni-programmi-prospettive/

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  4. Film indigesto per me :) Guardati Coherence e poi ne parliamo :P
    ps: ho visto solo ora la mail... sorry...

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    1. In effetti, conoscendo i tuoi gusti, non te lo avrei consigliato.
      Coherence me lo sono segnato.

      (riguardo alla mail, ti sei messo al lavoro su quel che conta davvero? :-))

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