19 novembre 2012

I giovani d'oggi?

© giorgio raffaelli
Questo post vuole rispondere a quanti hanno commentato il pezzo di ieri su Strategie Evolutive  con toni che vanno dal "Eh! signora mia, i giovani d'oggi…" a "quando ero giovane io…" a "ai miei tempi…" ecc ecc.

Consiglierei  a queste persone di guardarsi 10 minuti di televisione (fiction, talk show, informazione, quel che preferiscono), poi magari di farsi un giro in rete, su un social network o su qualche forum  a scelta. Se ancora non basta, fatevi un giro fuori, al bar, in qualche ufficio pubblico o privato, al mercato.

Dopo di che, ditemi, vi pare che i quindicenni di oggi possano davvero fare un lavoro peggiore di quelli di 20/30/40 anni fa?

20 commenti:

  1. No, onestamente non lo credo proprio. Ma io parto avvantaggiato avendo una figlia ventenne con diversi amici tra i 18 e 25 anni. In realtà sono angosciato da una gioventù circondata da un mondo che punta soltanto a spolparli e gettare le loro ossa in un angolo. Sono giovani giustamente sospettosi verso adulti che, ben che vada, se ne fregano allegramente del loro futuro. Chi si consola deprecandoli forse non ricorda che anche quando si era giovani noi avevamo la sensazione di essere circondati - al di fuori del nostro giro di «intellettuali» - da un mondo popolato da asini. Non è giusto e nemmeno ragionevole porre a confronto un piccolo gruppo di persone mediamente colte e interessate con un'intera generazione. I giovani italiani sono quello che sono, ma anche noi - parlando in generale - non si era meglio. O vogliamo ricordare i tanti Giuliana Ferrara e Massimo D'Alema che popolavano i nostri anni?

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    1. Ben detto. Soprattutto "Sono giovani giustamente sospettosi verso adulti che, ben che vada, se ne fregano allegramente del loro futuro."

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  2. Avevo letto il post di Davide, e il tuo commento.
    La penso come te.

    Tra l'altro sono a contatto con i ragazzi (11, 12 anni) quasi-quotidianamente e non mi sentirei di dire che il rapporto tra superficiali/idioti e interessa(n)ti/curiosi/intelligenti sia così cambiato rispetto "ai miei tempi", tempi in cui gli imbecilli e i bulli erano assai diffusi. Non scherzo quando dico che c'è chi conosce i film di Woody Allen (i primissimi, soprattutto) perché li ha guardati col babbo, o chi ha visto e rivisto la trilogia del Signore degli Anelli, o chi comunque dimostra un pazzesco interesse per i fenomeni naturali ("sabato sono andato a cercare fossili"), o chi evidenzia un'insospettabile empatia... E così via.



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    1. A me pare che chi trincia certi giudizi sprezzanti di ragazzi ne frequenta davvero pochi, e dispiace, perché credo che lo scambio sarebbe proficuo per entrambi…

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    2. Io sono istruttore di scuola calcio e ho la stessa squadra da 4 anni, ormai, tant'è che mi accorgo di esser diventato per loro una figura di riferimento che va al di là dell'aspetto prettamente calcistico.

      In questi anni ci son stati momenti per parlare davvero di tutto. Sembra retorica, ma è anche per me un apprendimento continuo e divertente.

      Un esempio. Due o tre anni fa. Torneo a Vattelapesca. Tre ore di buco tra una partita e l'altra. Li porto a fare una passeggiata in campagna, poi ci fermiano su un prato e... non so come tenerli buoni. Se se non sei veloce a intrattenerli, quello sì, cominciano col casino. Comincio allora a chiedere loro (9 anni, all'epoca) cosa preferiscano tra le materie che seguono a scuola. Si finisce col parlare dell'origine dell'Universo, con io che cerco di spiegare loro quel poco che so sulla questione, provando a rendere la cosa interessante. C'era qualcuno, sì, che si lamentava ("non siamo mica a scuola!"). Ma la maggior parte era incuriosita e si divertiva.

      Soddisfazione massima, qualche settimana fa, quando uno di quei ragazzi (oggi undicenne) viene da me e mi dice che il giorno prima in tv hanno spiegato quel che avevo detto loro un paio di anni prima sulla questione legata al "guardare nel passato" quando osserviamo le stelle lontane.

      E ci sarebbe tanti altri esempi da fare.

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  3. Io non posso far altro che ribadire quello che ho scritto da Davide: non solo non si può generalizzare ma bisogna anche ricordare che situazioni come quelle vissute da Davide rappresentano l' eccezione, quei casi in cui scatta l' effetto "branco".
    Per il resto ognuno è frutto degli insegnanti ( intesi anche come genitori) che trova.

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    1. Non so se le situazioni tipo quella raccontata da Davide siano eccezionali. Un po' me lo auguro, ma d'altra parte non si può obbligare un ragazzino a fare qualcosa che non gli interessa, che quel tipo di reazione è scontata.
      Bisogna convincerlo. Ed è fatica.

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  4. Guardando gli adolescenti di adesso provo la stessa sensazione che, credo, provava mio papà quando irrompeva in camera mia intimandomi di spegnere lo stereo su cui girava l'immortale vinile di "Tonight's the night", urlando "Questa non è musica!"
    L'altro giorno accompagnavo in macchina, non ricordo dove, mio nipote sedicenne (ragazzino in gamba di ottime letture). Metto nel lettore "Tonight's the night".
    "Zio" mi dice il nipotastro "ma questa non è musica!".
    Sento che c'è una morale in tutto questo.
    E no, non è che "Tonight's the night" non è musica.
    murgen

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    1. Avendo un figlio quattordicenne capisco anche troppo bene il tuo esempio, però oh… Tonight's the night è davvero peso! :-) :-) :-)

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    2. L'unica morale condivisibile è che la musica buona è solo quella che ascoltavamo quando avevamo la loro età, qualunque fosse.

      Tonight's the night è davvero peso! :-) :-) :-)

      E' la seconda volta nel giro di pochi post che parli male di Neil Young. Ti tengo d'occhio!


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    3. È Murgen che tira fuori il peggio di me! :-)

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    4. ...prometto che non citerò più il Divino :(
      Comunque credo che la morale sia che ogni generazione ha a che fare con un mondo diverso da quello delle generazioni sia precedenti che successive. Si forma quindi con strumenti sempre diversi da una volta all'altra.
      Ci sarebbe anche da dire, però, che se nella mia seconda media fosse venuto qualcuno a parlare di fantasy e libri, io e pochissimi altri avremmo ascoltato a orecchie spalancate, il resto della classe avrebbe chiaccherato di calcio o dell'ultimo disco dei Bee Gees e i prof in corridoio, a farsi di caffè e sigarette... La stessa esatta situazione in cui sono incappati Davide e la sua amica (o così mi è parso di capire).
      Come dire... "Some things never change,
      they stay the way they are."
      ...ops!
      :) :)
      murgen

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  5. Hmmmm... sembra quasi che io abbia sequestrato un autobus carico di ragazzini, li abbia obbligati ad ascoltare le mie farneticazioni e poi mi sia lamentato perché non sono stato apprezzato :-D

    Io ho tenuto una conferenza su invito.
    Si suppone che quando si viene invitati a parlare di un certo argomento, l'argomento per qualche verso interessi.
    Se un terzo del pubblico decide di darmi le spalle, c'è chiaramente un problema.
    Non dubito che il problema sia io.
    Se avessi impostato il discorso diversamente, ci sarebbero stato forse meno problemi.
    E se avessi semplicemnete declinato l'invito, non ci sarebbe stato alcun problema.

    Vorrei semplicemente far notare che quando dico "mio dio, gli adolescenti sono ridotti a larve", non sto assolutamente criticando gli adolescenti, ma coloro che avrebbero la responsabilità di fare di aiutarli ad essere qualcosa di diverso.
    Magari spiegando loro che si può essere brutti ed avere comunque una dignità (che era poi uno dei punti del mio post).

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    1. Ehi Davide, ma mica eri tu quello che ha assunto certi toni sul tuo blog. Come specificavo sopra, questo mio post estemporaneo è dedicato a quei commentatori - ce n'era più d'uno - che, secondo me, hanno deragliato copletamente dalla questione.

      Quando si verificano situazioni come quella in cui ti sei trovato coinvolto tu, credo che il relatore sia solo l'ultima vittima delle circostanze.

      Il fatto è che non puoi pensare che un gruppo di bambini abbia le stesse reazioni, atteggiamenti e comportamenti di un gruppo di adulti, soprattutto se non adeguaramente preparati al tipo di incontro che tu proponi. (Ovvio che la necessità di una preparazione specifica riguardi anche il relatore, ma mi immagino che questo tu lo sappia già.)

      Se i fanciulli non sono stati preparati prima, c'era ben poco tu potessi fare - arrivando sconosciuto all'appuntamento - per salvare la situazione.

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    2. Ma non puoi neanche pensare che una persona che per dieci anni si è pagata la pizza parlando in pubblico confronti dei ragazzi di 14 anni come confronterebbe un pubblico di adulti - in altre parole, non sottovalutarmi, grazie.
      :-D

      D'altra parte, il post-pietra-dello-scandalo è mio, e quindi devo prendere una posizione.
      Ed io continuo a leggere l'atteggiamento di una parte - per quanto la maggioranza - dei partecipanti, come una sostanziale dimostrazione di disinteresse.
      Disinteresse per l'argomento a prescindere.
      Disinteresse per il fatto che ad alcuni dei loro compagni la cosa in effetti interessasse - come dimostrato da domande, commenti, e quant'altro.
      È questo, che io trovo preoccupante, e forse avrei dovuto esplicitarlo meglio nel mio post - non il disinteresse o la mancanza di rispetto verso di me ed i miei argomenti, ma il disinteresse e la mancanza di rispetto per i coetanei.
      Questo, accoppiato non tanto allo sberleffo verso il diverso, quanto allo sberleffo verso il diverso che non viene stigmatizzato dagli adulti, mi fa avere dei pessimi presentimenti per il futuro.
      Perché i ragazzi restituiscono sempre ciò che ricevono.
      E mi pare che molti di loro stiano ricevendo davvero pochissimo - e lo considerino normale.
      Questo, mi preoccupa.
      Questo, e il fatto che non conoscano Cthulhu. ;-)

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    3. "[…] in altre parole, non sottovalutarmi, grazie."

      Mica per nulla ho scritto: "Ovvio che la necessità di una preparazione specifica riguardi anche il relatore, ma immagino che questo tu lo sappia già. "
      Insomma, la tua professionalità è fuori questione.


      "Ed io continuo a leggere l'atteggiamento di una parte […] dei partecipanti, come una sostanziale dimostrazione di disinteresse."

      E io non dubito neanche per un attimo che sia vero. Ma trattadosi di bimbi di 11/13 anni, il disinteresse pubblico e palese può anche essere una forma di ribellione (blanda e inconsapevole) a un appuntamento vissuto come obbligo e non come piacere od opportunità.

      "È questo, che io trovo preoccupante, […] il disinteresse e la mancanza di rispetto per i coetanei."

      Son fanciulli, non percepiscono l'altro / il coetaneo come lo percepiamo noi adulti. La loro non è mancanza di rispetto, è pura e semplice ignoranza. La puoi chiamare anche maleducazione, nel senso letterale del termine. Son cose che, spero, impareranno.


      "Perché i ragazzi restituiscono sempre ciò che ricevono."
      Tutti restituiamo quel che riceviamo, ma è vero, i ragazzi sono in piena fase ricevente e quindi decisamente più sensibili e le loro restituzioni molto più plateali.
      Del resto l'ho già scritto nella mia risposta sul tuo blog, la responsabilità maggiore in questi casi ce le hanno gli adulti che nella preprazione dell'incontro non hanno seguito/promosso/incentivato/incuriosito i ragazzi.

      "[…]
      Questo, mi preoccupa.
      Questo, e il fatto che non conoscano Cthulhu.
      "

      O beh… io ho conosciuto Chtulu che ero già abbondantemente maggiorenne (ok, questa te l'ho servita su un piatto d'argento! :-)).


      BTW, proprio ieri il figlio che va in seconda media è tornato entusiasta da un incontro con Alessandro Berselli (autore che non conosco per nulla), in cui s'è chiacchierato (tra l'altro) di narrativa di paura. Viste le discussioni in corso gli ho chiesto com'era l'atmosfera: se i compagni di scuola (all'incontro partecipavano due classi seconde) si son mostrati interessati, se c'era casino, ecc ecc.
      E beh… il quadro complessivo è stato decisamente più consolante di quello che si è presentato alla tua esperienza.
      In ogni caso la soddisfazione più grande per il figlio è stata sentirsi leggere a tutti dall'autore un suo miniracconto de paura.
      (Niente male, tra l'altro, il racconto intendo, ma - ehi! - non sono certo il giudice migliore!)

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  6. Certe generalizzazioni sono dovute essenzialmente al gap generazionale che ora viviamo dall'altra parte della barricata senza, magari, che ci soffermiamo a riflettere su questo.
    I "giovani d'oggi" vivono in un mondo di stimoli differenti e difficilmente confrontabili con quelli "dei nostri tempi".
    Ma anche noi, oggi, viviamo nello stesso mondo e, forse, dovremmo esserne maggiorente consapevoli.

    Ciao, IJ! :)

    /f

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    1. Eh… le generalizzazioni… se poi pensi che quelli che si lamentano dei giovani d'oggi son poi spesso gli stessi che tacciano la gerontocrazia nostrana come fonte d'ogni peccato, beh… il corto circuito è completo.

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  7. Bella discussione!

    Io mi sono ricordato che Carl Sagan, nel suo saggio sulla scienza "Il mondo infestato dai demoni", cita il ritrovamento di una tavoletta babilonese dove i vecchi si lamentano del lassismo dei costumi dei giovani :)

    (Abbiamo un bias enorme quando giudichiamo chi e' piu' giovane di noi, eh.)

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    1. Ciao Dottor Nomade, e benvenuto da 'ste parti.

      Per metterla in musica (non cito l'artista, che se no poi Marco m'insulta): "ogni generazione odia quella che viene dopo" o il reciproco letterario "Never trust anyone over 30".

      Siamo bravissimi a scovare i diversi, a volte non serve neppure siano stranieri, basta che appartengano a un'altra generazione. Da sempre, a quanto pare…

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