06 ottobre 2011

Super 8


J.J. Abrams è un discendente in linea diretta della stirpe dei Lucas, dei Zemeckis, dei Cameron. Proviene dallo stesso stampo, batte gli stessi sentieri: è un tecnico, un imprenditore, un uomo con una visione. Ha studiato, ha visto un sacco di film, ha le idee chiare. La sua carriera si fonda sul credo condiviso della fabbrica dei sogni: quel mondo a parte in cui il dollaro sposa la passione e poi la sfrutta per riprodursi incontrollatamente. La sua produzione lo rende il tipo di cineasta perfetto per Hollywood: inquietudini sotto controllo, emozioni primarie, storie popolari.

E i suoi film funzionano.
Vedi Super 8: i tempi della narrazione sono perfetti, la messa in scena semplice e diretta, i personaggi immediatamente riconoscibili, ognuno a contribuire con la sua brava dose di cliché e identità e identificazione, gli effetti speciali sfolgoranti e ben dosati, una serie di linee narrative che raggiungono ognuna la sua brava conclusione. Cosa chiedere di più?  

Super 8 è l'ennesimo film di pseudo-fantascienza (quel pseudo lo rivediamo più avanti) che con la scusa dell'alieno ci racconta la classica vecchia storia di lutto e redenzione, fine dell'infanzia e amicizia imperitura. Super 8 funziona alla grande perché non fa mai finta di essere altro da quello che è, perché limita improbabilità e incongruenze alla prima mezzora di storia, collocandole comunque sempre marginalmente alla narrazione primaria, perché sfrutta ogni secondo di tutto l'immaginario cinematografico degli ultimi decenni per scavarsi una nicchia comoda comoda negli occhi dello spettatore e in questo modo rassicurarlo, coccolarlo, farlo sentire a casa.

In Super 8 non c'è un solo istante in cui si lasci spazio al dubbio, all'ansia o all'inquietudine: sobbalziamo al momento giusto e sorridiamo in quello successivo, ci schieriamo con i buoni e facciamo il tifo contro i cattivi, arriviamo addirittura a comprendere il mostro, che quando finalmente ci guarda con quegli occhioni da ET riesce perfino a farsi perdonare antropofagia e distruzione.  

Super 8 è l'arma definitiva per uccidere qualsiasi pretesa di indagine del futuro possa avere ancora il cinema di fantascienza. Ne avevo già parlato in questo post: cosa c'è di più significativo che collocare un tema fondante il genere come quello del primo contatto in un contesto nostalgico come quello confezionato da J.J. Abrams?
Del resto la meraviglia e il mistero del film sono tutti nel rapporto tra i giovani protagonisti, nei turbamenti dell'età, nel fascino del cinema dentro il cinema, Non sono mai mai mai nella vicenda dell'alieno, che si ritrova ridotto alle dimensioni narrative di un MacGuffin con le zampe (e gli occhioni! guai a dimenticarsi gli occhioni!), buono solo a muovere la storia, senza alcuna caratterizzazione, dei modi o delle priorità, che lo distingua da un qualsiasi anonimo reduce che tenti un ritorno a casa in campo nemico, Di certo a me è parso più vicino a un Rambo - con ancor meno personalità - che a qualsiasi personaggio fantascientifico abbiate avuto la ventura di riconoscere nella sua ascendenza, da Predator a Wall-e, per non citare solo i parenti più prossimi. (*)

A J.J. Abrams va riconosciuto il merito di aver confezionato una pellicola capace di sbalordire, intrattenere ed emozionare quel branco di tredicenni che abbiamo accompagnato a vedere il film. Beati loro che non possono ancora fare confronti, e si possono godere 'sto genere di film per la prima volta!
Noi ci siamo comunque divertiti, con quella punta di rimpianto e qualche senso di colpa, che ormai godersi lo spettacolo non è più condizione sufficiente per riuscire ad amare questo genere di film.

* Per approfondire questo aspetto del film consiglio la lettura del post che il Grande Marziano ha dedicato a Super 8.

6 commenti:

  1. Hai centrato il problema: non solo non c'è più niente da inventare nel filone psudo-fantascientifico , e anche io concordo sul fatto che SUPER 8 sia solo all'apparenza in film di fantascienza, ma non c'è niente da inventare nemmeno sui modi, stili e tematiche del genere.
    Alla fine rimane solo un perfetto esempio di Pop corn Movie.
    Niente di male, intendiamoci ma per noi che abbiamo già conosciuto (e amato ) i film codificati in SUPER 8 rimane solo il ricordo sbiadito del già visto.

    RispondiElimina
  2. Innanzitutto saluto autore e frequentatori del blog (in quanto questo è il mio primo commento) esprimendo il mio apprezzamento per i contenuti, quindi entro nel merito dell'argomento:
    Forse il problema fondamentale sono state le aspettative che (almeno nel mio caso ma penso che sia così per molti) si avevano su questo film. Il nome di J.J. Abrams e le sue precedenti produzioni avevano forse fatto credere in qualcosa di diverso, più "adulto" (per l'appunto fantascientifico nel senso che lo intendiamo noi appassionati e non il grande pubblico). Con il "senno di poi" trovo Super 8 un ottimo film per ragazzi, poco importa se per me che ai tempi già vidi E.T, Explorers, e altri film del medesimo tipo sappia tutto di già visto: non ero io il target della pellicola. Penso sia un bene che in tempi attuali venga riproposto quel genere di cinema di pseudo-fantascienza che hai tempi fece interessare me e molti altri della mia generazione al genere fantastico spingendomi poi con gli anni a spostarmi verso film (ma anche libri e fumetti) con tematiche più impegnative. Forse (e spero) grazie a Super8 i tredicenni che hai accompagnato a vederlo tra qualche anno ti chiederanno di portarli (o ci andranno da soli più plausibilmente) a vedere qualcosa di meno "pseudo" e più "fantascientifico" appassionandosi al genere proprio grazie (anche) a questo film.
    Forse, per rispondere a Nick, non è che "non c'è più nulla da inventare" in questo genere di film, forse non ce ne è bisogno. Dopotutto si tratta (in mia opinione ovviamente) di una favola in chiave moderna, che per essere apprezzata dal pubblico di giovani dei giorni d'oggi non necessita di un cambio di struttura o contenuti ma soltanto di essere al passo coi tempi nella forma con cui viene proposta, cosa che a mio parere a J.J. riesce perfettamente.

    RispondiElimina
  3. @ Nick: non mi lamento tanto della scarsa originalità del film, dopotutto è davvero difficile dire qualcosa di nuovo sui temi affrontati da Super 8, che siano quelli della fine dell'infanzia o quelli più propriamente fantascientifici del primo contatto. Quello di cui soffro la mancanza è un cinema capace di interrogarsi sulle Domande Fondamentali™, che invece di guardare fuori ed esplorare si focalizza sull'ombelico glabro dei suoi protagonisti.


    @ Marco Di Lago: Benvenuto da 'set parti! E già che ci sono, complimenti per il tuo blog, non lo conoscevo ma mi pare interessante e ben fatto (manca giusto il feed RSS, che sarebbe davvero comodo per seguirti). Devo ricordarmi di inserirlo nel'elenco

    Tornando a Super 8, nel mio caso non avevo particolari aspettative e quel che scrivo sopra l'avrei potuto dire, con qualche aggiustamento, anche di Star Trek, o di Cloverfield.
    I limiti di Super 8 non sono tanto nel target di riferimento, quanto nell'idea di cinema che è propria di Abrams (e degli altri nomi che cito nel post): meno le persone sono costrette a pensare più volentieri guardano il film, meno dubbi poni, più successo avrai. E temo siano proprio le necessità economiche di 'sto genere di film il loro più grosso freno creativo.
    La differenza fondamentale tra Super 8 e i suoi fratelli maggiori (penso a ET, o ai Goonies, per esempio) è che i secondi erano film che narravano (anche) la contemporaneità degli anni in cui venivano realizzati. Super 8 ci rinuncia in partenza, esibendo il suo valore nostalgico come un trofeo. E anche senza arrivare agli estremi di Elvezio Sciallis, credo anch'io che la nostalgia sia male, soprattutto la nostalgia indotta per qualcosa che non hai mai vissuto in prima persona.

    RispondiElimina
  4. Io sono stato a vedere Super 8 "per caso", non ne sapevo assolutamente nulla e mi serviva un brainwasher per rilassarmi in un momento di superlavoro. In questo sono concorde con IguanaJo: non c'e' moltissimo da capire nel film, ne' da pensare. Che sia del tutto una cosa negativa, non ne sarei sicurissimo (a me, per dire, serviva proprio quella roba li').

    Devo dire che il film e' comunque un onesto passatempo, chiaramente non inventa nulla -anzi: e' un continuo citare e citarsi addosso, e secondo me in dieci persone troviamo dieci citazioni differenti- ma riesce a tenersi sino in fondo a un livello accettabile.
    Concordo sia con il Grande Marziano, sia con altri in rete che hanno evidenziato in Elle Fanning uno dei punti forti della pellicola (veramente brava, la prima scena di lei che "interpreta" l'attrice, alla stazione dell'incidente, e' strepitosa). Solo aver scoperto lei potrebbe esser valso il prezzo del biglietto.

    La mia impressione sulla pellicola (assieme a un cumulo di altre stupidaggini) e' qua:
    http://panofski.posterous.com/una-notte-al-cinema


    Barney

    RispondiElimina
  5. Vedo il tuo post solo ora (anch'io ho blocchi che mi impediscono la navigazione su qualsiasi piattaforma blog durante il giorno, altro che solo i commenti!, e questo limita molto la mia partecipazione in giro) e innanzitutto ti ringrazio del rimando al mio post.

    Penso che non si possa non essere d'accordo sul fatto che J.J. Abrams sia il diretto discendente di quel modo di fare spettacolo audiovisivo. Degli Spielberg, dei Zemeckis e dei Cameron. Del resto a costoro non abbiamo mai chiesto di andare più in profondità quando ci propinavano Ritorno al futuro (non c'era la nostalgia anche lì?) o Jurassic Park o Terminator. Ci godevamo lo spettacolo nella convinzione che il rumore dei pop-corn sotto i denti fosse il massimo di profondità che ci serviva. Eravamo noi a non sentirne il bisogno, forse semplicemente perché eravamo diversi da come siamo oggi.

    J.J. è dunque l'erede di quella stagione e lo dimostra in tutte le sue produzioni. E un cineasta capace di fare anche solo puro entertainment con capacità, classe, acume e freschezza francamente ci voleva.

    Quello che sarà interessante, sarà aspettarlo al varco per il suo Schindler's List o il suo Forrest Gump, quando (forse) sarà un po' più maturo. Del resto Cameron più maturo non lo è mai diventato. E' diventato solo (spropositatamente) più ricco.

    RispondiElimina
  6. @ Barney:hai ragione, non c'è nulla di male nel divertirsi con un film scacciapensieri. Cavoli, mi ci sono divertito anch'io!
    Però non so, sto pensando anche a quello che scrive il Marziano qui sopra, e non sono sicuro che Super 8 sia l'equivalente odierno di un Ritorno al futuro o di un ET.
    Il film di Abrams mi sembra in qualche modo più pericoloso, sempre che si voglia attribuire al cinema la potenzialità di influenzare la propria percezione del mondo.

    @ Il grande marziano: la mancanza del nome di Spielberg dalle ascendenze abramsiane non è stata una svista. A me pare che il suo rapporto con il cinema abbia un che di diverso (migliore?) rispetto agli altri nomi citati. Basta vedere la sua filmografia per rendersi conto delle differenze. L'entertaiment di Spielberg era sempre frutto di una ricerca, e l'originalità della sua proposta era fuori discussione. Abrams mi sembra viaggi su altri binari.
    Si può essere d'accordo o meno con l'idea spielberghiana di cinema, ma per lo meno quest'idea va oltre il brutale risultato economico del dato progetto.

    RispondiElimina