02 aprile 2012

Letture: Perdido Street Station, di China Miéville

È inutile, non riesco proprio a trovare il tempo per proporvi quattro chiacchiere a proposito delle ultime letture (che nel frattempo si vanno accumulando: ho ormai largamente superato la dozzina di volumi di cui vorrei parlare, toccherà trovare un modo per spendere almeno due righe due per molti dei libri degli ultimi mesi… vedremo). Cerco di porre parziale rimedio riproponendo quel che scrivevo nel lontano 2004 a proposito di Perdido Street Station, primo romanzo di China Miéville tradotto in italiano.
Queste note erano disponibili nel mio vecchio sito, in una versione leggermente diversa. Le ripropongo qui e ora un po' perché il nome di Mieville è saltato fuori nei commenti agli ultimi post, un po' perché ho finito di leggere da poco La città & la città, e beh… i due romanzi hanno qualche caratteristica comune.

Foto di Giorgio Raffaelli


Perdido Street Station è un buon romanzo, con idee notevoli e immagini memorabili, penalizzato da qualche passaggio troppo interlocutorio e da un protagonista non sempre convincente.

Ma andiamo con ordine.

Tra gli aspetti memorabili nel romanzo al primo posto va citata la città di New Crobuzon, vera protagonista di Perdido Street Station: un mix tra una Londra vittoriana ancor più decadente, un'invenzione di Jeronimus Bosch e la Gotham City di qualche Batman ben riuscito. L'incrocio tra magia, tecnologia al vapore e il grottesco melting pot che caratterizza il mondo del romanzo è un altro dei motivi d'interesse del libro. Mentre la scrittura di China Miéville, per quanto a volte rischi il didascalico e lo stucchevole, riesce sempre a salvare capra e cavoli (ma non il formaggio...).

Anche la vicenda, una volta decollata, diventa interessante e sufficientemente appassionante. Dal mio punto di vista, il problema del romanzo sta forse nell'eccessivo stacco tra la parte introduttiva e quella in cui si sviluppa (finalmente!) l'azione. Il secondo quarto del romanzo è infatti eccessivamente e inutilmente pesante: crea un continuo senso di aspettativa nel lettore ribadendo più e più volte situazioni di tensione senza mai farle esplodere nelle loro conseguenze, tanto che, quando infine la situazione precipita, lo fa in maniera quasi scontata e liberatoria (penso per esempio a tutta la storia del bruco, dopo un po' non se ne poteva più...).

L'altro difetto del romanzo sta tutto nel protagonista (in uno dei protagonisti): Isaac Dan der Grimnebulin. Per certi aspetti Isaac è gestito benissimo dall'autore, ma mi ha dato la sensazione (che non saprei spiegare meglio) di essere leggermente fuori sincrono con la realtà che lo circonda. Isaac è un personaggio troppo facilmente riconducibile al nostro continuum spazio-temporale e la sua maniera di pensare e di agire è troppo da occidente-fine-XX-secolo per non risultare fuori posto nell'universo assai diverso del romanzo.

Perdido Street Station è comunque una romanzo consigliabile, un originale incrocio tra i generi, un grandioso affresco sociale a metà strada tra il grottesco e l'antropologico e (soprattutto?) un'avventura divertente, commovente e appassionante. Tutti ingredienti indispensabili per un'ottima lettura.

21 commenti:

  1. "Perdido Street Station" è un romanzo pieno di idee e molto divertente da leggere, però a me non è andato del tutto giù, perché a mio parere il cocktail tra fantascienza e fantasy non è bene amalgamato.
    Io dai due generi ho aspettative diverse. Dalla fantasy mi aspetto che mi stupisca con mondi bizzarri (e vale anche per la fantasy a basso tasso di magia: le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin non avrebbero senso senza la Barriera, gli estranei, i draghi, i mutaforma ecc.). Dalla fantascienza mi aspetto che mi faccia conoscere mondi diversi ma plausibili e logicamente coerenti.
    Il problema è che la trama di PSS potrebbe essere a tutti gli effetti la trama di un romanzo di fantascienza. La si potrebbe trasportare in un mondo futuro basato sulla scienza e non sulla magia, e funzionerebbe ancora. Però è ambientata in un universo magico, bizzarro e talvolta insensato, in cuio molte cose accadono senza alcuna spiegazione. A me questo ha dato un po' fastidio. Come cocktail fantasy-fantascienza ho preferito di gran lunga "La figlia del drago di ferro" di Swanwick.

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  2. No! La La figlia del drago di ferro no! :-)

    Non so, a me il mondo di New Crobuzon non m'è parso mai insensato. Bizzarro di sicuro, ma sempre e comunque coerente alle sue premesse. Che poi molti spunti siano rimasti tali, che non sempre ci fosse pronta una spiegazione per ogni aspetto della vicenda, beh… io l'ho vissuto come un'ulteriore meraviglia, come se il non detto/non spiegato aiutasse a calarsi nella complessità della città, a rendere ancor più evidente che la ricchezza (di personaggi e bestie, di filosofie, culture e scienze) che caratterizza New Crobuzon andasse ben oltre i confini angusti delle pagine del romanzo.

    La questione fantasy/fantascienza, pur presente tra le righe, non l'ho letta come una contrapposizione, piuttosto come una giustapposizione tra due mondi contigui capaci, per una volta, di arrichirsi a vicenda.
    Un po' come succede nel Libro del nuovo sole, anche se ok, ai tempi di Perdido Street Station Mieville doveva ancora di mangiarne di polenta prima di potersi confrontare con Wolfe!

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  3. Certo, l'accumulazione di particolari non fa che riprodurre una sensazione tipica di chi viene sbalzato nel microcosmo di una grande città multietnica: come se ci si trovasse a navigare su un magma complesso e in gran parte impenetrabile ed inesplorabile. E' un elemento che mi è piaciuto, e molto.
    Quello che mi ha infastidito in questo romanzo è l'impressione che spesso le stranezze e bizzarie siano forzate a iosa all'interno del romanzo senza alcuna necessità narrativa, semplicemente con lo scopo di fare qualcosa di davvero STRANO. Magari infastidendo un po' il lettore nel processo. Detto questo, mi è piaciuto, anche se forse mi aspettavo di più :-)
    Ma in La Città & La Città Mieville ha ancora questo stesso atteggiamento? Sono un po' indecisa se cominciarlo o meno.

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  4. Ciao Md2, e benvenuta da 'ste parti!

    La città & la città (prima o poi ne parleremo a modo) è un romanzo decisamente più normale di PSS. Bizzarrie e stranezze non mancano, ma sono meno aleatorie e molto più concrete e spiegabili (e, almeno per me, del tutto credibili).
    Dopotutto La città e la città non è un romanzo fantasy, e sebbene si collochi sembre nel mare magnum del fantastico è decisamente più concreto e terreno nelle sue problematiche.

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  5. Grazie del benvenuto!
    Bene, dal momento che la tua descrizione mi incuriosisce, vorrà dire che leggerò La Città & La Città prima de La Città delle Navi, in modo da capire la tua futura recensione :P

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  6. La città delle navi manca anche a me…

    Ci risentiamo a fine lettura?

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  7. Assolutamente sì. Rimango in attesa della tua recensione :-)

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    1. Eh! In teoria ne avrei una buona decina da sparare prima di arrivare al romanzo di Mieville, però ok, provo un po' ad anticipare i tempi.

      a presto!

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    2. Grazie ma non ti preoccupare, fai pure con calma, posso aspettare... il romanzo non l'ho ancora cominciato ;-)

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  8. A me "Perdido" e' piaciuto moltissimo. E il protagonista vero IMVHO e' il garuda caduto: Isaac e' un eccellente comprimario, non la star (e' una battuta, ma fino a un certo punto).

    Mia review: http://panofski.posterous.com/perdido-street-station-china-mieville-fanucci

    Ma ti / vi invito a leggere "Flashback" di Simmons, pubblicato poche settimane fa da Fanucci: notevolissimo da molti punti di vista. Ho scritto anche su questo, ma vi consiglio di buttarvi alla cieca nella storia, cosi' da rimanerne piacevolmente spiazzati.

    Barney

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    1. Lette e apprezzate entrambe le recensioni, puntuali e illuminanti.

      Per tornare a PSS, dal mio punto di vista il Garuda è la cornice, Isaac il quadro! ;-)

      (Battuta per battuta, sia chiaro, che ho letto il romanzo troppi anni fa per avere un ricordo dettagliato dei rapporti che legano i vari personaggi alla città)

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    2. Io invece ho avuto la sensazione che la vera protagonista fosse la città in sé (tanto più che la trilogia segue una continuità geografica, e non di personaggio). Però se dovessi individuare un punto di vista privilegiato sulla storia, penso che punterei sul garuda: lui è uno 'straniero' come noi e, come noi, ha qualche difficoltà iniziale d'orientamento :-) non è casuale per me che il romanzo si apra con lui. Per questo il finale è così shock XD

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    3. Mieville ha fatto della città (in senso lato) la protagonista assoluta di tutta la sua narrativa. Gli esseri umani (e non) che ne percorrono le vie sono solo artifici narrativi, le cui individualità non sono poi così importanti, almeno non dal punto di vista dell'autore.

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  9. Ah… Barney, ho provato a commentare i tuoi post, ma non vedo apparire i commenti in coda al tuo pezzo.
    Qualche idea al riguardo?

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  10. Si: devo approvarli tutti a mano, come t'ho risposto in coda a un tuo graditissimo commento. Purtroppo son tempi bui :-)

    In ogni caso, finche' Posterous vivra' staro' li' sopra: e' un gestore di blog comodissimo e semplice al punto giusto. Purtroppo la piattaforma e' stata acquistata da Twitter un paio di settimane fa, e all'orizzonte non c'e' nulla di buono...


    Barney

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  11. Ho scoperto Miéville da poco grazie a "La città e la città".
    Non sono un assiduo frequentatore del fantastico, ma trovo che nella scrittura di Miéville ci sia qualcosa di particolare, quel qualcosa che distingue un buon romanzo da un romanzo "hey, niente male!". È, come dire, avvolgente.
    Insomma, è stata una piacevolissima lettura: ripasserò da queste parti quando gli dedicherai un post, così avremo modo di discuterne più nel dettaglio.
    Ciao!

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    1. avvolgente rende bene l'idea. Dipende secondo me dal grado di profondità che Mieville è in grado di infondere all'ambientazione, che da palcoscenico per l'azione diventa protagonista della narrazione.

      Mi sa che a 'sto punto La città e la città ha scalato la lista dei post a venire. Ne ho già un paio di programmati, ma poi facciamo tutti un salto tra Beszel e Ul Qoma.
      Chi non l'ha letto si sbrighi, che poi ne discutiamo in compagnia!

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    2. Avevo deciso di seguire il consiglio-Wolfe... Vabbe', leggero' i due in parallelo, tanto piu' che la prossima settimana sono in trasferta da solo :-)


      Barney

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    3. Se posso permettermi, visto che per Wolfe ti attende una lettura fiume, io metterei avanti Mieville, che leggere i due romanzi in parallelo rischia di farteli apprezzare meno entrambi (richiedono, soprattutto Il libro del Nuovo Sole, molta dedizione e sono tutti e due - in modo diverso - ricolmi di meraviglie).

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  12. Ordinato oggi, La Città & La Città arriverà venerdì prossimo. Spero di fare in tempo ^_^

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    1. Non ti preoccupare. Io conto di postare qualche nota sul romanzo la prossima settimana, ma questi post non hanno data di scadenza. Quando lo avrai letto, se vuoi, se ne potrà parlare.

      A presto!

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