22 febbraio 2007

Rossi & Turigliatto


Picture by Iguana Jo.
Capisco le difficoltà di conciliare ideali e pratica politica. Capisco la fedeltà all'impegno preso. Capisco tutto quello che volete.
Ma non capisco i motivi per cui i signori Rossi e Turigliatto abbiano deciso di votare contro il loro esecutivo conoscendo benissimo quali sarebbero state le conseguenze del loro gesto. Un (non) voto che invece di tendere e rendere possibile nella pratica, nella vita, nel futuro i loro condivisibilissimi ideali, allontanano e rendono più difficile e improbabile la loro realizzazione.

Cos'è più importante per un senatore della repubblica?
Impuntarsi sul principio o scegliere il compromesso con l'obiettivo di un bene superiore o, nel caso, di un male minore?

Qualcuno ha voglia di spiegarmelo?

5 commenti:

  1. Sono persone non disponibili al compromesso sui loro ideali e principi (estremisti, non buoni politici). Il problema non è loro, ma di quelli che li hanno selezionati per metterli in lista e farli votare. E' troppo tardi per disperarsi, penso che un buon leader politico avrebbe dovuto prevederlo in anticipo conoscendoli, magari evitando di inserirli in lista ricevendo voti da cittadini moderati che non si possono sentire rappresentati da queste persone.

    Ciao
    Vittorio

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  2. Vittorio, non è che tu mi consoli eh! :-)

    Ma 'sti due, così pronti a rivendicare la coerenza e il principio, cos'hanno fatto per questi ultimi 250 giorni? Han messo la testa nella sabbia? E proprio l'altro ieri la dovevano tirar fuori?

    Mah…

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  3. Faccio proprio fatica a consolarti, sono francamente deluso (e dileggiato dai colleghi di destra). Non vedo un gran futuro per questo governo e la sua probabile ricaduta consegnerà il paese alla destra per almeno 2 legislature, data la figura che abbiamo fatto. Se per governare hai bisogno dei voti di estremisti, come fai a fare una politica moderata?

    ciao
    Vittorio

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  4. "Beati gli uomini di buona volontà perché loro è il regno dei cieli..."

    Proprio stamattina alla radio sentivo che Prodi ha deciso di affidare a loro, o meglio agli "uomini di buona volontà che siedono nel Senato della Repubblica", le sorti del suo illustrissimo governo. Credo che in Parlamento non ci starebbe male nemmeno Samuel L. Jackson, a questo punto, a dispensare lezioni di civiltà a 'sta manica di perdenti.

    Che, secondo me, resteranno perdenti a vita. La sinistra italiana non è nata per governare. Gli unici uomini di governo espressi dall'elettorato di centrosinistra non a caso non sono per niente uomini di sinistra. La sinistra e il governo sembrano escludersi vicendevolmente.

    L'alternativa a farsi altri 10 anni di opposizione? Cambiare quella classe politica che da 20 anni, tra sconfitte, schiaffoni e castronerie varie, si vede riconoscere sempre e irrimediabilmente il seggio in Parlamento. Banalità, ma questa storia è un esempio significativo di incompetenza, che non si esprime solo nelle due anonime e quasi macchiettistiche figure che tu citavi nel tuo post, Iguana, ma che va oltre: la mediocrità di chi non è in grado di organizzare una strategia di voto coerente con le difficoltà della materia (Prodi e D'Alema, nella fattispecie), di chi non è riuscito a candidare persone affidabili (prima Di Pietro, poi Diliberto - persona che comunque stimo per la dialettica, forse l'unico vero politico in quella branca della sinistra, non a caso tenuto fuori dal governo... - e su tutti... Prodi).

    Tristezza... Comunque, consoliamoci, perché c'è scritto anche nei testi sacri: "Beati gli uomini di buona volontà perché loro è il regno dei cieli..."

    X

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  5. Mah… la mia opinione è che questa coalizione è semplicemente troppo schizofrenica per resistere a se stessa…

    E non è questione di uomini. Di idee piuttosto, che son quelle che mancano in toto alla sinistra. Una sinistra che non mi sembra in grado a uscire dal pozzo senza fondo dell'ideologia, che non riesce a trasformare in pratica quotidiana, proponibile e condivisibile, un'idea diversa di politica, di mondo. Una sinistra che si limita a rincorrere, rintuzzare, rifiutare tutto ciò che sa di destrorso, che si limita a limitare i danni, a sopravvivere.

    È questo il nostro dramma, altro che Rossi & Turigliatto, che solo a nominarli mi scappa da ridire (per non piangere).

    Tristezza.

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