© giorgio raffaelli |
Gianluca Morozzi mi ha abituato bene: due romanzi, due ottime letture. Blackout invece…
Blackout parte bene, splatter e paura e tre personaggi che son perfetti, il vecchio Elvis, la lesbica scazzata e il fanciullo innamorato. Un miglior assortimento di varia umanità era difficile da concentrare per un'intera giornata bloccati in un ascensore nell'estate bolognese. Difatti la lettura procede che è un piacere, che Morozzi è bravo a mantenere alta la tensione, ad alleggerirla quando serve, a ripartire. Insomma, il romanzo fila che è un piacere.
L'autore però non si accontenta e vuol chiudere col botto o almeno questa è stata la mia impressione. L'ultima parte del romanzo suona appiccicata e posticcia, quasi a voler giustificare la leggerezza precedente, come se senza morale o sottotesti sociopolitici il romanzo non fosse valido abbastanza.
Vorrei dire una sola cosa a Gianluca Morozzi: fanculo alle derive socioantropologiche, e vai di sangue e compassione, che è quel che sai far meglio!
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David G. Hartwell & Kathryn Cramer (a cura di) - Nove inframondi
Nove inframondi è il titolo scelto da Urania per presentare la prima parte dell'antologia che raccoglie i migliori racconti del 2009 curata da David G. Hartwell & Kathryn Cramer. Queste raccolte annuali sono un ottimo vademecum per capire quali siano tendenze e direzioni della fantascienza, sono utili per conoscere nuovi autori e per ritrovare qualche vecchia conoscenza che magari non t'aspetti.
La qualità media di questo volume è elevata e lo sarebbe stata ancor di più, se non per la presenza di un paio di racconti che ho cordialmente detestato (mi riferisco a Arkfall, di Carolyn Ives Gilman, le avventure di una coppia assessuata alla deriva nelle profondità marine tra luoghi comuni e deja-vù, e a Boojum, scritto a quattro mani dalla coppia Bear & Monette, storia di alieni cattivi e navi senzienti che ho fatto davvero fatica a mandar giù). Per fortuna ci sono poi i racconti di Neil Gaiman (Orange) e Ted Chiang (Espirazione, già letto su Robot 58 con il titolo Respiro) a risollevare le sorti della raccolta.
Menzione di merito per Paolo Bacigalupi, famoso per la sua ragazza a molla (The Windup Girl, romanzo d'esordio che ha fatto incetta di premi negli anni scorsi), di cui però non avevo ancora letto nulla, presente con il racconto La pompa sei, e per Mary Rickett, sconosciuta al sottoscritto, il cui racconto Traditrice è capace di evocare più di un'inquietudine.
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Allen Steele - Ieri e domani
Conoscevo Allen Steele per qualche racconto antologizzato nelle raccolte del meglio dell'anno. Non mi è mai rimasto particolarmente impresso, ma questo volume mi incuriosiva. Ieri e domani contiene due racconti, La morte di Capitan Futuro e Dove gli angeli temono di avventurarsi, che hanno vinto i più prestigiosi premi del settore, tanto male non dovevano essere…
La fantascienza di Allen Steele è solida e coerente, sia che si occupi di avventure spaziali che quando incrocia viaggi nel tempo e storia alternativa, e se anche stile, ambientazione e personaggi non spiccano certo per la loro personalità, le sue storie si lasciano leggere. Ieri e domani è una lettura consigliata a tutti quei lettori di mezza età sempre alla ricerca del sapore della fantascienza con cui sono cresciuti.
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Richard K. Morgan - The Cold Commands
Secondo capitolo della trilogia A Land Fit For Heroes, ambientata in un mondo dalle spiccate caratteristiche fantasy ma con un sostanziale background fantascientifico. The Cold Commands non perde tempo a riassumere la situazione in cui si son ritrovati i nostri eroi alla fine di The Steel Remains e parte subito in quarta. Tra violenza varia e assortita, a volte decisamente sopra le righe, tanto che si ha quasi la sensazione Morgan non abbia molti altri argomenti, la storia procede spedita. Nonostante lo scrittore si ingegni a tener impegnati i tre personaggi nelle loro relative linee narrative fino alla conclusiva convergenza delle singole avventure, si ha a volte l'impressione, soprattutto nella vicenda che riguarda il barbaro Egar, di una certa forzatura negli accadimenti che si susseguono anche troppo frenetici.
Per fortuna il talento inventivo di Richard Morgan e la sua capacità di mantenere sempre dinamica la storia non viene meno, e anche The Cold Commands si legge d'un fiato, mantenendosi appassionante fino alla conclusione. Da parte mia posso dire che la parte del romanzo che ho preferito è quella in cui Ringil vaga nella foresta perso nel suo delirio onirico: se Morgan rinunciasse a un po' della sua caratteristica muscolarità per dedicare più attenzione ai momenti lisergici della sua scrittura credo che le storie ne guadagnerebbero assai.
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